> R.A.M. Giovani artisti di Ravenna e Provincia
14 aprile - 6 maggio 2007
Urban Center, Ravenna
Filippo Pirini è nato nel 1984, ventisei anni dopo l'inaugurazione del complesso industriale dell'Anic di Ravenna e la costruzione di un nuovo quartiere destinato esclusivamente ai dipendenti
dello stabilimento.
Solo la sua giovinezza crea uno contrasto immediato con tutto quello che può appartenete all'immagine di un villaggio operaio italiano degli anni Cinquanta. Una distanza, quella tesa dal dato
anagrafico, difficilmente calcolabile: uno spazio lungo tra questo presente, di un giovanissimo artista di ventri tre anni , e una storia, i suoi luoghi e i suoi protagonisti.
Il Villaggio Anic è, certo, uno dei tanti ritratti dell'Italia di quegli anni: l'Italia dell'Eni, della ricostruzione e dello sviluppo industriale, della chimica e delle politiche
socio-assistenziali; un'Italia desiderosa di affiancare all'economia, prevalentemente agricola dalla Romagna, nuove realtà produttive basate su innovativi metodi di approvvigionamento
energetico.
Le tematiche della trasformazione economica, sociale e culturale di questo quartiere, proposte dal concorso, vengono sottoposte dall'autore ad una riduzione che sfiora l'azzeramento. Il lavoro di
Filippo Pirini, infatti, consiste in un stampa digitale su un supporto di plastica semi-rigido, altro quasi dieci metri e largo poco più di un metro e mezzo. Su di esso vi è stampato il disegno
stilizzato di una casa che sostiene una ciminiera con le strisce rosse che si sviluppa in tutta l'altezza del supporto.
Il meccanismo attorno al quale si sviluppa il suo lavoro sembra risolversi in un semplice e netto gioco di contrasto, di opposizione decisa tra il concetto formale di una casa e quello di una
fabbrica. Lavorando di sottrazione, affida ai due soli elementi primari del cubo e del cilindro il compito di creare un oggetto fantastico, un ibrido le cui componenti rimangono comunque ancora
riconoscibili.
All'autore non importa il nuovo contesto sociale ed economico in cui si trova a vivere e funzionare un quartiere operaio, sorto in mezzo alla prima campagna ravennate, ne le storie dei suoi
abitanti, vecchi o nuovi che siano. A Pirini sembra importante, piuttosto, chiedersi quanto è contemporaneo, oggi, il concetto visivo di una fabbrica, quanto e come può appartenere al suo
linguaggio, la forma, i colori, il rapporto visivo tra l'unità abitativa minima e il simbolo universale di un polo industriale.
L'approccio di Filippo Pirini al tema non avviene, infatti, ne su un piano narrativo ne su quello storico. Ne analisi, ne intenti chiarificatori. Il confronto che si consuma nel suo lavoro dura
un attimo.
L'esposizione grafica, da alcuni disegni preparatori, è tesa a rende il profilo di questa curiosa costruzione il più netto e meccanico possibile: non conserva la manualità dello schizzo
preliminare ma, anzi, avvicina l’immagine all'estrema semplicità visiva di un logo aziendale , o piuttosto, all'immediatezza di un'icona destinata al desktop di un computer.
L'interpretazione della casa, così come quella della ciminiera, è quella che potrebbe offrire un bambino: sintetica, approssimativa ma immediata. Anche il titolo del suo lavoro, Ciminecatubo, è
frutto di un montaggio linguistico, ancora una volta semplice e scoperto. E' una parola simile a uno scioglilingua, oppure ad una parola magica di qualche favola, e ribadisce nuovamente l'intendo
ludico e fantastico.
Certo, la leggerezza di questo gesto grafico, insieme alla sua estrema precisione, è esposta ad una dimensione monumentale. Qualunque sia il contesto espositivo di un'opera così costruita, ad
imporsi è la sua verticalità, il ritmo delle fasce rosse alternate al bianco, l'armonia e la dolcezza di una visione così lieve in cui si risolve il contrasto tra la casa e la fabbrica, la vita e
il lavoro, l'intimo e l'esponenziale. Filippo Pirini offre l'immagine di oggetto famigliare e, insieme, straniante, sicuramente silenzioso o addirittura muto, dal cui camino non esce fumo, come a
sottolinearne la purezza e la sua natura celibe.
di Viola Giacometti
Filippo Pirini alias Sonosolo (vincitore sezione Pittura / Scultura)
Nato a Ravenna nel 1984
Mostre collettive ed eventi
2006 Mostra collettiva Pensiero Stupendo, Selvatico Rassegna di campagna, Palazzo Sforza di Cotignola (RA), a cura di Paolo Trioschi e Massimiliano Fabbri
Performance live al Motor show di Bologna in collaborazione con la casa automobilistica Ford. In questa occasione dipinge una Ford Ka
Suoi lavori compaiono in situ in Centri Sociali sia a Ravenna che a Bologna e giovanissimo ha operato come Writer a Ravenna con la firma Sono solo.