2015


Cablogramma | Ironmould
di Antonella Perazza

Testo critico della mostra alla Galleria Mirada, 2015


L’elettricità correndo sui fili, ha influito sulla rapidità della circolazione dei messaggi, ampliandone a dismisura la portata. Al telegrafo e al telefono, fino al cellulare e all’e-mail, ultima e ormai imprescindibile mezzo di comunicazione di massa, è associato un personaggio tipico del nostro secolo: l’uomo indaffarato e attento, pronto a cogliere le nuove informazioni in arrivo e a modificare i suoi comportamenti in funzione a esse, ristrutturando tutti i modelli di interdipendenza sociale.

Nel decennio appena trascorso, l’ipertrofia tecnologica attuata da smartphone e internet 2.0, ha creato una digital generation di menti allacciate 24/24h all’iperuranio informatico, che, uscendo dagli scantinati dei nerd, è diventata un diffuso modello strategico e lavorativo. L’immaginario fugge dal reale verso le realtà virtuali, trasformate in estensioni del corpo, contribuendo al prolungamento dei sensi e alla creazione di molteplici interfacce o alias digitali.

Ironmould, allacciato al cordone ombelicale del WWW, racconta graficamente il suo mondo di lavoratore autonomo, fatto di contatti a distanza contenenti istruzioni, obiettivi da assolvere e scadenze da rispettare.

Una “to do list” scandita su una linea temporale che non lascia spazio a distrazione, intrappola l’artista in una gabbia web attraverso una reperibilità totale tra social network, notifiche push e instant message. Quando staccare la spina diventa impossibile, per Ironomould il disegno è l’unica, e paradossalmente più efficace, via di fuga dal mondo delle incombenze reali. Disegnare, a mano libera o su tavoletta grafica, lo riporta a uno stato fluido e libero dalle maglie della Grande Rete, trasformandolo da pendolare della consolle a nomade del bit.

“Cablogramma”, termine che tradizionalmente definisce un messaggio telegrafico inviato attraverso cavi, una forma archetipa della comunicazione attuale, è un insieme di opere dal linguaggio strettamente cifrato, connessioni essenziali e riservate con cui Ironmould vuole notificarci che non è l’unico a essere sovraconnesso. Siamo tutti sospesi nella trama connettiva di cavi e linee, cablati a reti telematiche e attraversati da impulsi elettromagnetici come sinapsi del nuovo sistema nervoso dell’umanità. E non solo: siamo anche stretti in uno spazio vitale sempre più claustrofobico, che si aggiorna ogni microsecondo.

Argomenti attuali rielaborati con un tratto contemporaneo, scomposti e proposti attraverso gli occhi di un artista che ogni giorno si trova a mediare tra le sue passioni e i suoi doveri. Una bipolarità tra ciò che si è e quello che si vorrebbe essere, tra il contenuto del messaggio e la propagazione al destinatario.



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Foglio con testo critico stampato in occasione della mostra
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