2013


Figli dei figli | Alessandro Camorani
di Linda Chiaramonte

Pubblicato su R.A.M. Mostre Artisti Ravennati, edito da GIUDA edizioni, 2013


Errare humanum est. In questo caso però per “errare” non s’intende sbagliare, ma muoversi, spostarsi, non solo fisicamente, ma anche mentalmente e socialmente. Ognuno nella vita segue un percorso, spesso evolutivo. C’è chi questo processo decide di farlo fuori dagli schemi, vagando di errore in errore. Un nomadismo più profondo, forse più difficile da comprendere, un modo per abdicare alle regole imposte dalla società, per crearne di diverse, agli occhi di molti, incomprensibili. È questo che ha scelto di mostrare con i suoi scatti Alessandro Camorani nella serie intitolata Figli dei figli. I protagonisti sono una coppia di giovani nati e cresciuti da genitori e familiari con alle spalle storie difficili di droga, malattia, morte. Un prezzo molto caro i cui effetti sono ricaduti sulla loro generazione. Figli che resteranno sempre tali forse, perché rimasti soli nel viaggio che doveva farli diventare adulti. Una serie di espedienti, fino a ricadere in quel tunnel mitizzato fin da piccoli già attraversato dai parenti. Le sostanze, il carcere, una vita nomade, quasi randagia, al limite della legalità. Una strada segnata, intrapresa forse per comodità o incapacità di trovarne di nuove, mancanza di strumenti per uscire da quel percorso tracciato. Lui ventotto anni, lei ventiquattro, figli della provincia italiana, in qualche modo esempio universale di uno scollamento totale dalla realtà, da ciò che è conforme alla maggioranza, da un’esistenza che segue binari precisi,  prestabiliti, standard. I due protagonisti fuggono le responsabilità e l’assunzione di impegni che la vita richiede. Eppure, quasi per uno scherzo del destino, quella responsabilità è arrivata e li ha messi di fronte a qualcosa di più grande di loro di cui farsi carico. La nascita della loro bambina, prematura, forse uno spiraglio di luce, sicuramente l’obbligo di prendersene cura, nata più debole di altri neonati, con il bisogno di maggiori attenzioni. Una vita vissuta sul filo del rasoio la loro, con gli assistenti sociali alla porta, fra le mura di una casa popolare, panni stesi, confusione, biberon, un cane da guardia da accudire come un altro figlio. Un ritratto di famiglia non  convenzionale, ma più comune di quello che si possa immaginare, che s’inserisce in un tessuto sociale che non riesce a fare nulla per loro se non intervenire in modo coercitivo. Un quotidiano malessere causato dalla mancanza di mezzi, fatto di liti e porte sbattute, d’incoscienza, ma sicuramente anche dal desiderio di riscatto. Camorani sceglie di mostrarci momenti fuori dall’ordinario, fuori da quella casa dove la tensione non riesce a sprigionarsi, quasi come se i ragazzi vi fossero reclusi, con le mani in mano senza la possibilità di mettersi alla prova. Il racconto per immagini di una giornata al fiume, un evento straordinario, rompe la monotonia e fa emergere nuovi equilibri e la cura e l’attenzione dedicate alla piccola. Giovani che a fatica gestiscono le loro vite costretti a gestire quella della loro bambina, una sorta di inevitabile e dura legge del contrappasso che li mette di fronte alle necessità primarie come quelle di provvedere al cibo, la casa, il lavoro, soprattutto per quella creatura così fragile ed indifesa. È da lei, che può rappresentare una grande opportunità, che nasce la necessità di cambiamento, per evitare nuove cadute da cui difficilmente potersi rialzare, come una nuova detenzione o l’intervento degli assistenti sociali. Proprio la bambina può fare da ago della bilancia per impedire il loro naufragio. L’autore è convinto che oltre al loro impegno sia necessario e auspicabile “che la famiglia si collochi all’interno di una comunità, connessa alla realtà del territorio dove si crei un nucleo allargato che comprende anche il  vicinato. Questo e l’inserimento lavorativo sono elementi fondamentali per non rischiare di disperdersi nel caos cosmico come una scialuppa di salvataggio spaziale senza più nessun legame con la realtà. Per non smarrirsi nel vagare come milioni di altre scialuppe, naufraghi da troppo nomadismo”. Ecco come queste fotografie ci raccontano di una forma di nomadismo umano ed esistenziale.


Figli dei figli stampa da negativo, 30 x 30 cm. 2013
Figli dei figli stampa da negativo, 30 x 30 cm. 2013

 

 R.A.M. MOSTRE DI ARTISTI RAVENNATI 2013

 

Formato: 14,8×21, Pagine: 60, Prezzo: 8 euro
Per acquistare il catalogo: GIUDA edizioni


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