> R.A.M. Giovani artisti di Ravenna e Provincia

14 aprile - 6 maggio 2007

Urban Center, Ravenna


E poi la carta brucia | Clio


 

Una strana epidemia sembra aleggiare nel mondo dell’arte dei giovani e giovanissimi, forse inaspettata per i curatori, ovvero il ritorno al disegno, soprattutto in piccolo formato.
Una forma di resistenza ad anni di prevalenza dell’installazione o delle tecniche di carattere tecnologico, forse: una sensazione di inadeguatezza al nuovo che avanza. Denti che digrignano e mani che si impongono nuovamente il lavoro manuale, il percorrere e creare forme in ostilità con la carta che sembra un ostacolo al movimento delle matite.
Di fatto, è un fenomeno che ha investito tutto il sistema arte, ancora emergente. Schiere di artisti che ritornano a quello che Caravaggio considerava profanazione dell’arte, ovvero il disegno.
Clio non fa altro. O meglio, ha una tecnica non impulsiva, ma estenuante e riflessiva, che la porta a modellare le forme in spazi minuscoli con ossessiva perfezione e aderenza ad un’idea. E quindi richiede tempo.
Sostanzialmente i suoi lavori sono inscindibili da quanto lei pensa su di loro: questo è un aspetto narrativo costante delle sue creazioni. All’inizio temevo di travisare il fiume di parole che si accostava alla pagina. Come se un eccesso di spiegazione mi stesse raggiungendo alla gola, impedendomi di guardare. In seguito mi sono resa conto che questi due momenti sono così intrinsecamente collegati da risultare entrambi parte dei lavori. Anzi, probabilmente andrebbero esposti insieme. La narrazione del disegno e il disegno stesso. Lo spazio è occupato così da metafore visive che divengono anche parole, che si intersecano con linee avvolgenti dello spazio. Uno spazio che è definito in ordine alla geometria. Non permane del vuoto, ma a tutto è dato un confine.
I rapporti tra le linee stabiliscono delle precise simbologie di cui l’autrice denuncia l’esistenza, senza prevalere sulla predominanza dello sguardo.
Il lavoro di Clio è sicuramente un’operazione che trae origine da una forte aderenza al tratto, alla manualità, ma che tuttavia rimane fortemente contemporaneo per questa sua autoriflessività. Non è semplicemente (e con questo non voglio nulla togliere!) un’azione illustrativa, ma di interpretazione e ampliamento del senso del visivo.
Nel trittico proposto per l’esposizione a tema di RAM questo aspetto è evidente. La scelta del trittico rimanda a modalità sacre e tradizionali. Le dimensioni sono sempre quelle confinate nei pochi centimetri, un sussurrare le forme che chiede attenzione. Ma nel dispiegarsi delle immagini in uno spazio così circonciso, Clio fa emergere la sua attenta disamina degli elementi che rendono l’esperienza del luogo e del territorio analizzato unica, eppure passibile di interpretazioni metaforiche che possono interessare ai molti. La forma della trasformazione del luogo è resa da immagini che ne trasmettono il senso e ne mutuano anche la possibile bellezza.
Clio ci dice che non c’è solo il post – industriale, la disintegrazione delle comunità, lo scempio di spazi destinati a non avere identità, e tutto quello che la sociologia ci ha insegnato a pensare di questi luoghi di confine. Esiste anche un’estetica e una poesia. Ovviamente bisogna allenare lo sguardo e la mano.

 

di Elettra Stamboulis

 


Clìo (vincitrice sezione Fumetto/Illustrazione)

Clìo è nata nel 1984 - www.poilacartabrucia.com
Mostre collettive
2007 Art/Off, a cura Chiara Ronchini, Silvia Meneghini, Marianita Santarossa, Circolo La grada, in occasione di Artefiera, Bologna.
2006 AntiMtvDay, Do it yourself Festival, XM24, Bologna.
Mostre personali
2007 Gli spazi vuoti sono necessari come il tempo, Maffia, Reggio Emilia.
2006 Disegni, Modo Infoshop, Bologna
Pubblicazioni
2007 Semi-Competitive Booklet ‘06 , edito da Design is Kinky, Sidney
Wagmagazine #6, artmagazine on-line - www.wagmagazine.net
2006 inguineMAH!gazine (n° 10 numero dedicato ai tarocchi).
Phanta è la sua rivista autoprodotta.