KEEP'N TOUCH 2004


 

> KEEP'N TOUCH

1 aprile 5 luglio 2004
Aereoporto G. Marconi Bologna,

Galleria d'Arte Moderna Spazio Aperto


a cura della commissione progetto Spazio Aperto (Dede Auregli, Chiara Bertola, Roberto Daolio, Claudio Marra, Claudio Spadoni,
Alessandra Vaccari, Peter Weiermai)

catalogo Edizioni Pendragon www.pendragon.it

Artisti presentati da RAM mostre artisti ravennati:
Yuri Ancarani, Shoggoth


Yuri Ancarani
Yuri Ancarani

 

da Exibart

 

Keep’n touch, mostra ideata dal Comitato Spazio Aperto, vuole dare una panoramica della situazione giovanile dell’arte in Emilia Romagna, con occhio rivolto anche a realtà milanesi o marchigiane, e per l’occasione sceglie l’Aeroporto Marconi, palesando da subito il suo carattere invasivo. Le opere proposte dal nutrito gruppo di artisti selezionati, vengono distribuite creando una “caccia al tesoro”, dove la curiosità del visitatore è agevolata dalle mappe piazzate all’ingresso di ognuno dei tre piani. In questo senso l’esposizione si mostra riuscita, con lavori che ben s’inseriscono nello spazio a disposizione.
Tra le varie tecniche proposte, la sezione più folta è quella fotografica, con immagini accomunate dall’idea di viaggio e di fuga verso mondi lontani. Se le immagini di viaggiatori di Alessandra Vecchietti trasportano la stazione di Ferrara nell’aeroporto bolognese, i tableaux-vivants di Floriana Savarino, creano un mondo esotico acceso che gioca con le immagini pubblicitarie proprie di agenzie di viaggi. Piacevole è l’ironico viaggio verso il cosmo plastificato di Gardaland di Annalisa Bondioli, mentre meno originale è il gioco con l’immagine turistica di Firenze di Annalisa Mazzoli.
Tra le istallazioni merita una segnalazione particolare il lavoro di Silvia Chiarini, che ricrea nella toilette una vera e propria dance hall, con tanto di mirror-bowl luminosa. Discreti anche i ramarri posti sulle scale tra primo e secondo piano da Laura Ferri, e gli aquiloni che scorrono sui monitor dell’aeroporto ideati da Angela Frascione. Non sono più visibili le Polonne di Alessia Lusardi, distrutte dall’incivile di turno.
Per la pittura spicca la grande tela di Gabriele Arruzzo, con le sue riprese di incisioni del ‘550 tramite l’uso di accesi colori smaltati. Di stile fumettistico è il lavoro di Mauro Vecchi che ricrea una megalopoli modello Nathan Never, mentre più intimistica è la Coperta da viaggio di Alessandra Montanari, posta ad una parete-finestra del piano terra.
Fra tutti i lavori il più riuscito è indubbiamente Desktops di Marco Bernacchia, serie di esili sculture che creano improbabili case-automibili su bonsai posti in teche di vetro. Troppo concentrata a mostrare le diverse tendenze d’uso del mezzo, la sezione video non mostra nessun lavoro di rilievo, se si escludono gli Shoggot, con il loro Travelgum.
Purtroppo però questa rassegna contribuisce ad accrescere la confusione che gravita attorno al concetto di “giovane artista”. Sorge spontaneo chiedersi come sia possibile unire sotto questa voce figure che hanno superato i quarant'anni (Vecchi e Montanari) con i molti artisti nati sul finire degli anni ‘70. Il lasso di tempo che racchiude l’idea di “giovane” raggiunge i diciannove anni, estendendosi così in modo francamente eccessivo.